Chicche da un museo di San Pietroburgo

Anche San Pietroburgo ha la sua galleria Tret’yakov, ed è il bellissimo Museo Statale Russo. Avrei voluto che ci foste stati anche voi, perché ne valeva la pena. Cercherò dunque di portarvi con me, illustrandovi brevemente alcune sue “chicche”. Ospita un’ampia collezione di dipinti russi, a partire dalle icone del 1400, fino ad arrivare all’arte contemporanea. C’è anche una sezione dedicata all’arte popolare, con manufatti in legno e ricami. Tra l’altro, l’architettura esterna e l’arredamento interno del museo non sono da meno: non proprio lussuosi come l’Hermitage, ma altrettanto curati ed eleganti. Il legno del pavimento scricchiola sotto i piedi nelle ampie sale, e sveglia le dormienti “custodi”, con le loro seggiole ai lati di ogni stanza.IMG_5737 IMG_1533Avevo già parlato di loro: le babushke beniamine dei musei. All’Hermitage mi ero imbattuta in questo tipo di donne, tutte vestite in modo simile, e avevo notato il prodigio per cui, forse per osmosi, erano divenute un tutt’uno con i quadri che le affiancavano. Si erano tramutate in pezzi d’arredamento. Pensavo fosse una peculiarità di quel museo, ma mi sbagliavo. Al Museo Statale Russo è accaduto lo stesso. E la storia continua…!

Un quadro che non si può perdere, e che ho cercato avidamente, fino a che i loro occhi di tela non mi hanno fissato e trafitto di profondità, è i “Burlaki na Volge” (I battellieri sul Volga) di Repin. Lo sguardo di Kanin (il secondo uomo a partire da sinistra) è il centro del dipinto; il colore ocra, brillante, ricrea la IMG_0243sensazione di caldo, sole, fatica e resistenza dei lavoratori. I loro petti fasciati dalle corde da traino sembrano venirti addosso. E come ti guarda anche il battelliere a sinistra di Kanin! Ti pare di sentire addosso la sua fatica e la sua fierezza. Repin, pittore che amo incondizionatamente, è del resto l’autore di quadri sempre sorprendenti, a partire dall’enorme “Riunione ufficiale della Duma”. Buffo (ma in verità ovvio) è il fatto che, nei ritratti effettuati come studio al dipinto, Repin abbia ritratto uno dei partecipanti… di schiena, con tanto di pelata dietro la testa. L’originalità del pittore si nota anche nel non convenzionale ritratto di Lev Tolstoj in versione “hippy”: a piedi nudi!

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particolare de “I battellieri sul Volga”

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Ritratto di Tolstoj a piedi nudi, di Repin
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Il ritratto di schiena, di Repin

           Beffardo e balordo lo sguardo del “tipo alla Gogol'” di Makovskij: sembra un Robert Caryle dei film di Danny Boyle. Makovskij è lo stesso che ti pianta addosso gli occhi grandissimi e lucidi delle sue donne e delle sue bambine, che sembrano non esser mai morte, ma forse nemmeno vissute. Estremamente “russi” quadri come la “Contadina con treccia e vanghe” di Venetsianov, e “Sull’uscio della scuola” di Bogdanov- Belskij.  Il gusto russo si nota nella raffigurazione dei bambini del popolo, con l’abbigliamento tipico dell’epoca. Poi c’è una ragazzina malata, che ha un volto quasi da cartone animato, e più la fissi, più non sai che disperarti per lei. Il quadro è “La malata” di Polenov,(1879) e sembra una straordinaria anticipazione di un Munch.

Polenov
Polenov, “La malata”
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Tipo alla Gogol, di Makovskij
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Contadina con trecce, Venetsianov
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“Sull’uscio della scuola”, di Bogdanov
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Particolare di un ritratto di donne, di Makovskij

Infine, ci si deve inchinare di fronte alla maestria di Surikov e dei suoi dipinti, sempre enormi, colmi di gente, di dramma, di azione e di solennità. La “Conquista della Siberia di Ermak Timofeevich” ne è un esempio; in altri dipinti, è in mostra la neve con il suo potere simbolico, come nel “Passaggio di Suvorov attraverso le Alpi”, dove l’esercito russo scende come una valanga (in realtà fu clamorosamente sconfitto). Altra neve mista a sangue nella “vittoria di Pirro” dipinta da Vereshagin: è la battaglia di Shipka- Sheinovo contro i turchi del 1878, dove il generale russo Skobelev si congratula con i soldati vincitori, ma i corpi di quelli deceduti giacciono nella neve in primo piano. Pare che le spade, il sangue e il tumulto non possano evitarsi di sporcare quel bianco. Bianco che prende tutto, che fa risaltare tutto, che non cancella nulla.

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Conquista della Siberia, di Surikov
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Shipka- Sheinovo, di Vereshagin
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Passaggio di Suvorov attraverso le Alpi, di Surikov

                                                                                                                                      Una chicca divertente: ora ho finalmente capito perché le donne russe, quando vengono fotografate, sorridono sempre in “quel modo”, senza mai mostrare i denti, e si mettono sempre in pose assai ricercate e leziose, che agli italiani possono sembrare ridicole. L’ispirazione è proprio dal ritratto d’epoca: basta guardare quelli di Dmitrij Levitskij, risalenti alla seconda metà del Settecento!

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particolari rubati ai ritratti di Levitskij

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E mentre la donna siberiana di Surikov non mi guardava, fiera ed indifferente nel pettinarsi i lunghi capelli, opulenta ed arcana come il blu della sua veste, e i mille dettagli minuziosi del portone di “Alle porte della moschea” di Vereshagin mi facevano vorticare le pupille come un caleidoscopio, mi sono accorta che il museo stava chiudendo. Mi ha sospinto fuori, gettandomi nel verde perfetto del parco di Mikhail, da cui spuntavano le cupole della cattedrale del Sangue Versato, che a me pare più la cattedrale dell’Oro Colato, con quelle morbide estremità coniche che paiono gemme, uova Fabergè o carte di cioccolatino. Proseguendo per la strada, ho sentito l’odore dei colori ad olio. All’olio secco del museo era subentrato quello fresco e vivo del caso. Un gruppo di pittori dipingeva per strada. Non sono riuscita a capire che cosa, e forse ciò ha reso l’immagine ancora più intrigante. Tutto era interessante ai loro sguardi, come lo è al mio, in questa straordinaria città dove l’arte, la quotidianità, il romanzo, la solennità e la vita si mischiano lasciandoti in balia di troppe parole, o forse di nessuna degna.

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Siberiana, di Surikov
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Alle porte della moschea, di Vereshagin

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2 Risposte a “Chicche da un museo di San Pietroburgo”

  1. Cara Valentina,
    sono una tua lettrice, trovo interessante tutto
    quello che scrivi. Sono anch’io una studiosa
    appassionata di civiltà russa.
    Sarei felice se tu dessi un’occhiata al mio sito
    civiltarussa.blogspot.it; utilizzalo pure se ti può
    servire, è tutto pubblicato con licenza Creative
    Commons, quindi liberamente accessibile.

    Grazie, G.P.B.

    1. Cara Gina,
      ti ringrazio infinitamente per il tuo commento. Sono felice di scoprire che apprezzi il mio blog. Grazie anche per la segnalazione del tuo sito, lo trovo davvero interessante, ricco di contenuti utili e ben strutturato. Le tue sono ricerche davvero approfondite sulla cultura e la storia russa, che sicuramente mi saranno preziose per i prossimi articoli. Inoltre il fatto che sia pubblicato anche in lingua russa è un aspetto che lo rende completo, e che anch’io in futuro vorrei introdurre, ma che, purtroppo, scrivendo il blog da sola, non riesco ancora a gestire. Potrebbe essere interessante fare un articolo a quattro mani, una ricerca, un piccolo saggio o qualche traduzione letteraria da pubblicare su entrambi i blog. Che ne pensi?

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