Sono lieta di annunciarvi la pubblicazione (2016) del mio nuovo romanzo: “Il progetto Koncelum”, un thriller scientifico dedicato a tutti gli appassionati di tematiche quali l’intelligenza artificiale, i limiti della mente umana e il mondo dell’ex Unione Sovietica.
Qui la VIDEO PRESENTAZIONE:
Lo trovate su:
–AMAZON:
-Il sito della casa editrice, GoWare di Firenze:
http://www.goware-apps.com/il-progetto-koncelum-valentina-moretti/
- Trama del romanzo:
“Ucraina, 2013. Fedor Belskij, professore di cibernetica all’università di Donetsk, viene accusato dell’omicidio di una donna, ma sostiene caparbiamente la sua innocenza, appoggiato dal suo studente Martin. Quale mistero si cela dietro al professore e alle straordinarie capacità di suo figlio Nikita? Ben presto lo studente si ritroverà coinvolto in un caso dalle conseguenze impreviste, sospeso tra passato e presente, dove entreranno in gioco tematiche relative alle potenzialità e ai limiti della mente umana. Confessioni, delitti e un progetto segreto, risalente all’epoca sovietica, emergeranno sullo sfondo cupo dell’imminente guerra nel Donbass. “
- Per quanto patetica possa sembrare, ecco la mia auto-intervista:
-Potresti descriverci meglio il romanzo?
E’ una storia ricca di suspance e colpi di scena, ambientata in Ucraina ma con riferimenti anche all’epoca sovietica russa, dove il passato si intreccia al presente. I protagonisti hanno tutti una certa pregnanza e sembrano rubarsi la scena a vicenda: c’è Fedor Belskij, professore di cibernetica che viene accusato dell’omicidio di una donna, dai modi scorbutici e teatrali; c’è Martin, un ragazzo di origine inglese e studente del professore, che verrà coinvolto nelle sue vicende e rappresenta un punto di vista esterno e fresco; c’è il figlio del professore, il sedicenne Nikita, un ragazzino prodigio dai comportamenti misteriosi e bizzarri, e infine il commissario Kapek, un uomo disilluso ma determinato ad incastrare Fedor.
Cos’è il progetto Koncelum? Chi ha ucciso Natal’ya Shatova, figlia del funzionario sovietico Anatolij Shatov? Chi è veramente Nikita? Lo scoprirete leggendo…
-Perchè hai scelto di ambientare la storia proprio a Donetsk, Ucraina? Non è una città un po’ poco “commerciale” per un romanzo?
Donetsk è una città che forse non tutti conoscono, ma dove ho vissuto e ho lasciato tanti ricordi ed emozioni. Penso spesso a Donetsk con dolore per via della guerra che la sta devastando da anni. L’ho scelta per queste ragioni, le devo qualcosa. Nel romanzo la guerra scoppierà durante la vicenda, come nella realtà, proprio per non dimenticare quello che sta accadendo e a cui i media europei sembra che ormai non dedichino più attenzione. Tuttavia, non ho voluto approfondire l’argomento: è un romanzo di narrativa, un “giallo”, e parlare troppo della guerra e della situazione politica ucraina sarebbe risultato fuori tema.
-A chi o cosa ti sei ispirata per scrivere questo romanzo?
Nel romanzo si potranno cogliere omaggi a Dostoevskij (“Delitto e castigo” e “I fratelli Karamazov” in particolare) che è senza dubbio il mio scrittore preferito, ma anche al grande Isaac Asimov, e qualche riferimento ad argomenti scientifici quali i test di Turing e la meccanica quantistica. Mi affascinano molto e spero possano altrettanto affascinare il lettore.
-Come mai questa svolta scientifica? I tuoi romanzi pubblicati (Polvere nel ventricolo destro, 2013, “P.U.B.- Parole in un boccale”, “Il circo dell’impossibile”, 2015) erano di tutt’altro genere….
Questo romanzo si distingue da quanto ho scritto fino ad ora, è diverso. Ho voluto sperimentare l’ambito del giallo-thriller per creare un prodotto più commerciale, e nello stesso tempo ho voluto dare al genere della fantascienza un piglio più “intellettuale” (passatemi il termine), per rinfrescarla dallo stereotipo di prodotto di serie B con alieni, astronavi e mostri. C’è anche un tipo di fantascienza più raffinata, che leggono volentieri anche i non appassionati o le donne, che fa riflettere su tematiche scientifiche con un pizzico di immaginazione: è a questo genere che mi sono ispirata. La serie britannica Black Mirror, che adoro, ne è un ottimo esempio: contiene visioni sul futuro intelligenti e stimolanti.
-Dovremo aspettarci da te altri romanzi su questo filone?
Senza dubbio. Adoro la fantascienza e ho già pronto il sequel de “Il Progetto Koncelum“: si chiama “I cronoclasti” e la sua tematica principale è il concetto del tempo, ma sarà un sequel particolare: potrà essere letto anche da chi non conosce “Il Progetto Koncelum”, sono due storie completamente indipendenti. L’unica costante è il protagonista, che sarà… per ora, non lo dico.
-Come definiresti, dunque, il tuo stile?
Se ne avessi uno, te lo direi! La verità è che sto sperimentando. Sono alla ricerca di uno stile e di uno sponsor. Si sa che ormai senza le persone giuste che credono in te e ti lanciano, non vai da nessuna parte. Ecco, e io infatti resto qui, e dove c… vado?!
-Torniamo a Il progetto Koncelum: cosa credi sia la sua particolarità, in cosa è originale?
Sono soddisfatta di un aspetto in particolare di questo romanzo, ed è la figura del ragazzino- figlio del professore, Nikita. Si potrebbe banalmente supporre che sia un automa anche lui, il classico androide, ma… non voglio svelare nulla, se no rovinerei la lettura, basti sapere che la soluzione non è così banale. Se posso permettermi, è forse l’idea migliore del romanzo, proprio per la sua originalità.
-Ci si deve aspettare un romanzo sull’intelligenza artificiale?
No. Il romanzo in realtà non tratta assolutamente di intelligenze artificiali, vi allude soltanto (è oggetto di studio del professor Belskij). La vera sorpresa del romanzo è un’altra, che non svelo. Ad ogni modo, il concetto di macchine pensanti, evidenziato da Alan Turing, è di estrema attualità e coinvolge molti campi, che vanno dalla filosofia, all’etica, all’economia, alla semiotica, all’informatica. Informandosi al riguardo, si impara anche a comprendere meglio cosa sia squisitamente umano e cosa ne possa diventare un’evoluzione “meccanica”.
-Dunque anche tu pensi che le macchine prenderanno il sopravvento e minacceranno l’umanità in futuro?
Pensare che le macchine prendano il sopravvento sull’uomo e gli rubino il lavoro è una forzatura: Asimov ed Hegel (per quel che riguarda la dinamica servo-padrone) sono senz’altro dei geni visionari, ma non vanno intesi in maniera troppo distopica. Ciò che è certo è che l’era delle macchine è alle porte e sarà la più grande rivoluzione del nuovo millennio: creerà un mondo completamente nuovo, nuovi mestieri, nuove dinamiche sociali. Penso che il dialogo, la riflessione riguardo ai rischi e le implicazioni di un’onnipresenza e potenza delle macchine pensanti siano ciò che ci permetterà di renderle un prezioso strumento e un alleato, piuttosto che un nemico. Uomo e macchina non devono restare su due piani distinti: è solo grazie alla loro costante interazione e collaborazione che potremo trarne vantaggio nel futuro.
Grazie e buona lettura!
La cover originale de Il progetto Koncelum