Una storia ordinaria

Pubblico la splendida poesia di Nikolaj Platonovich Ogarev (1813-1877) in italiano. La traduzione è mia.

UNA STORIA ORDINARIA

Era una primavera sorprendente!
sulla riva del fiume a sedere stavano-
il fiume era silenzioso, trasparente
il sole era alto, gli uccellini cantavano;
dietro al fiume si allungava la pianura,
verdeggiava calma e rigogliosa;
vicino fioriva il roseto scarlatto,
e v’era di tigli un viale scuro.

Era una primavera sorprendente!
sulla riva del fiume a sedere stavano-
lei era nel fiore degli anni,
i baffi di lui appena spuntavano.
Ah, se qualcuno li avesse scorti
allora, nel loro incontro mattutino,
e avesse guardato i loro volti
o ascoltato i loro discorsi –
come sarebbe stata dolce la sua parola,
la parola dell’amore appena iniziato!
Oh, senz’altro egli in quel momento
nel profondo dell’anima mesta sarebbe rinato!
Li vidi anni dopo in società:
era moglie, ad un altro legata
e lui sposato, e di ciò che fu stato
non una sola parola fu ricordata.
La tranquillità trapelava dai volti,
chiare le vite erano passate, e piattamente
ed essi, incontrandosi fra loro
ne potevano riderne freddamente…

Ma là, sulla riva del fiume,
dove un tempo fioriva la rosa scarlatta,
due modesti pescatori
andavano su una scrostata chiatta
e cantavano canzoni- e oscuro
rimase, a chiunque sigillato,
ciò che laggiù fu detto
e quanto fu dimenticato.

 

2 Risposte a “Una storia ordinaria”

  1. Cara Valya,
    il tuo post rivela la tua giovane età. Sarò poco poetico e forse troppo prosaico, ma l’aspetto fisico conta. Ai tempi di Ogarev e anche del racconto di Bunin che hai precedentemente commentato, contava di sicuro lo stato sociale, oggi non di meno, ma oltre questo il ritrovare il primo amore dopo 30/40 anni ispira uno svariato campionario di versi per nulla poetici ed abbastanza gutturali.
    Su di noi non notiamo lo scorrere degli anni (il capello bianco nell’uomo affascina …. ) ma la ruga incipiente, il fianco appesantito, il sottobraccio ondeggiante cancellano ogni ricordo di tonicità adolescenziale, di dolci parole
    Allora, lasciamo i pescatori sulla loro chiatta nella beata ignoranza di ciò che è accaduto ai piedi di quella rosa scarlatta, evitiamo che i giovani ex amanti si ritrovino imbolsiti, preserviamo i ricordi di quei sussurri che quelle fredde risate nascondono il flaccidume del tempo.
    Meglio è scorrere il tempo insieme ed insieme ridere della mollezza incipiente.

  2. Ti ringrazio per il commento, chiunque tu sia. Molto bello quello che suggerisci alla fine, cioè ridere insieme della mollezza incipiente! Non penso che il mio commento sia in contrasto con quello che dici tu, forse contiene un po’ più di romanticismo e idealismo giovanile, ma in fondo convengo sul fatto che, per dirla alla Bunin, non si tirano fuori i morti dalle tombe. Un amore giovanile riscaldato a 60 anni perde qualunque poesia. Il contrasto senz’altro sarebbe devastante. Eppure due persone sole, d’età’ avanzata non dovrebbero far tanto le difficili e bere la minestra che gli capita di fronte, riscaldata o meno che sia! Al di la’di questo, mi aveva affascinato come tutto si dimentichi e come dentro certi luoghi resti imprigionato il ricordo di amori e storie passate, di un fiume di parole che solo in quel momento avevano valore, pronunciate da menti ingenue e annebbiate dalla reciproca attrazione. Era questa malinconia che traspare dalla poesia di Ogarev, più di tutto il resto, ad avermi affascinato. Grazie!

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