10 luoghi comuni sulla Russia- cos’hanno di vero

Questo articolo ha molto del Vanity Fair. Lo ammetto è parecchio frivolo, ma ogni tanto concedetemelo, che in questo blog sono fin troppo seria.
Sulla Russia se ne dicono e se ne pensano. Ne parla moltissimo chi c’è stato, ma anche chi non c’è mai stato ha sempre da dire la sua- e a volte c’azzecca, per sentito dire. Vediamo che cosa c’è di vero e cosa no nei luoghi comuni più comuni- perdonate la ripetizione.

1) LA RUSSIA è TRISTE e SQUALLIDA. Dipende innanzitutto di che Russia stiamo parlando. Mosca e San Pietroburgo, naturalmente, non sono la Russia. Sono la parte migliore, più all’avanguardia, bella, turistica, popolata dell’intera nazione, la quale come sapete però è gigantesca. Diciamo che c’è qualcosa di estremamente triste nelle periferie russe o di paesi dell’ex Unione Sovietica. Quella tristezza accompagna anche centri più grandi, specialmente d’inverno. I tipici casermoni con il giardino interno dal parco giochi sgangherato ed arrugginito sono tristi, non c’è nulla da fare. Certe mense sono tristi, certi appartamenti spogli. Certe vecchie signore che vendono ortaggi all’ingresso delle metropolitane sono tristissime. Tutti i mendicanti che si vedono ad ogni angolo e cantano senza un braccio lo sono.  Personalmente mi piace quella tristezza russa, è il suo carattere e ciò che la rende così profonda e drammatica. Mi rendo conto però che non tutti la vedano come me.
2) LA CUCINA RUSSA e’ PESSIMA. Anche in questo caso, il luogo comune ha del vero, perché abituati alla nostra ricca cucina italiana potremmo rimanere un po’ delusi da certe proposte russe. Rimando ad un post precedente in cui ho parlato diffusamente dell’argomento per maggiori dettagli, qui aggiungo solo che si tratta di una cucina nordica non particolarmente variegata ma con elementi molto interessanti. Ottimo salmone e pesce secco in generale, ottime zuppe per chi le ama, cultura della patata in tutte le sue forme (da provare il fast food Kroshka Kartoshka dove una patata diventa un panino, la protagonista assoluta da guarnire a propria scelta con diversi “toppings”, da verdure a panna acida, salumi, salse, formaggio), strepitoso pane nero aromatico e frutta secca, ottimi funghi, pelmeni (ravioli ripieni) e piroshki (sfoglie ripiene). Attenti ad aglio e cipolla se non li digerite. Del caviale non parlo neppure, troppo ovvio. Ecco, una cosa che a mio avviso è davvero desolante sono i dolci. Hanno un’aria sempre stantia, poca scelta, dimenticate pasticceria francese. La cioccolata confezionata invece non è male, così come i biscotti.
3) I RUSSI NON SORRIDONO MAI. Sicuramente il loro modo di fare, e anche la loro gestualità, è diversa dalla nostra. Non gesticolano tanto come noi italiani, sono più composti, meno rumorosi, e sorridono meno, ma quest’ultima è un’affermazione troppo generale. Forse anticamente era così, perché il sorriso non era qualcosa da dispensare a chiunque, ma oggi s’incontra molto spesso personale sorridente ed aperto. Mi sono imbattuta nei più grandi sorrisi della mia vita di cui proprio i russi erano gli autori. Inoltre anche qui c’è da distinguere tra russi e russi. Ci sono moltissime etnie, influenze culturali di popoli confinanti, e molti di questi popoli sono estremamente aperti e “caldi”, anche più di noi italiani. Nel Caucaso ad esempio la cultura è mediterranea, con influenze armene, georgiane, turche. Inoltre i russi sono molto ospitali. Se si entra in confidenza con loro sono pronti a dare tutto, offrire ogni cosa e diventano persino invadenti da quanto sono aperti. A cena nelle tipiche famiglie russe, sembra di essere nel sud Italia: tavola riccamente imbandita e i padroni di casa che si offendono se non bevete e mangiate ciò che offrono.
Molti amici e amiche russe che ho sono tra le persone più generose e gradevoli mai conosciute. Riempiono di regali e piccoli pensieri e hanno sempre attenzioni particolari per chi reputano amico. Poi possono scomparire per mesi o anni, ma questa è un’altra storia. Quando li rivedi sono sempre le stesse vecchie canaglie sorridenti che hai lasciato!
4) IN RUSSIA FA FREDDISSIMO. Certo d’inverno in quasi tutte le città non si può dire certo che faccia caldo. La temperatura è quasi sempre sotto lo zero fino anche a meno quaranta gradi in Siberia, gli inverni sono lunghissimi, la luce del giorno dura pochissimo. Però anche in questo caso stiamo parlando di un territorio immenso. Ci sono zone dove gli inverni non sono affatto insostenibili, la più rinomata per questa ragione è proprio Sochi, dove il mare e le montagne mitigano il clima e l’inverno è come a Milano se non più caldo. A parte questo, è un freddo generalmente più secco e sopportabile, e i luoghi sono attrezzati a sostenerlo. Ogni ambiente al chiuso è fortemente riscaldato, ogni bar pullula di the e bevande calde, e tutto è organizzato in modo da stare all’aperto il meno tempo possibile. Si possono fermare le macchine per strada se non si trova un taxi, e ovunque ci sono sottopassaggi pedonali che a volte rivelano interi centri commerciali sotterranei. Così che neppure si deve uscire dal metrò per andare a fare compere. Aggiungerei che il vero freddo che copre di neve le cupole delle chiese e di ghiaccio la Neva di Pietroburgo vale la pena d’essere esperito.
5) LA RUSSIA è PERICOLOSA. Dunque, se a Mosca si gira di notte da soli, ubriachi in zone poco raccomandabili e carichi di soldi si, lo è- ma si è anche un po’ cretini, con tutto il rispetto. Come qualunque posto del mondo, qualunque grande metropoli, bisogna fare attenzione. Mantenendo tutti gli accorgimenti necessari ed evitando avventure rischiose, non la trovo più minacciosa di altri posti. La gente a Mosca ad esempio ama passeggiare la sera in centro d’estate e l’atmosfera è tranquilla, rilassata e magica. I luoghi turistici e centrali sono in genere sempre sorvegliati dalla polizia. Che la polizia sia corrotta è fuori discussione e questo è un capitolo a parte, ma il suo dovere è comunque tenuta a farlo. Magari allungando qualche rublo in più, giusto così per il servizio.
6) I RUSSI SONO SGARBATI e PACCHIANI. In molti casi questo è vero. Non sono raffinatissimi, né ad alti, né a bassi livelli. Il luogo comune è vero. Spesso hanno qualcosa di rozzo, che parte dal look per arrivare al tono, al modo di fare, alla gestualità, i gusti. Spesso non rispettano le code e passano davanti- anche se in Russia le code ci sono dappertutto, quindi armatevi di pazienza. Sono abituati a farle dai tempi dell’Unione Sovietica, dove la gente sposata raccontava di aver conosciuto il proprio marito in coda! Se urtano non chiedono scusa. In metropolitana a Mosca detesto che quando escono spingono avanti le pesanti porte a vetri che danno sulla strada e, noncuranti, le lasciano ricadere, senza guardare chi si sta accingendo dietro di loro ad uscire. Ho rischiato un paio di volte il trauma cranico. Tutto ciò va interpretato spesso come una diversità culturale, in alcuni casi invece dipende unicamente dal caso- gli str…ci sono dappertutto. Tralascio tutto l’ovvio discorso sugli arricchiti pacchiani che girano in Ferrari e vengono a Milano o a Londra a spendere milioni da Prada o Armani. Si sa che è così, e ci si ride anche sopra.
7) IN RUSSIA NIENTE è GRATIS. Verissimo. Se vuoi qualcosa, devi pagare. Questa è la filosofia. Questo materialismo della nuova Russia post-comunista ha una sua forza, perché dà pane al pane e vino al vino- certamente solo a vantaggio di chi ha entrambi. L’unico lato positivo, è che quantomeno le cose sono chiare fin da subito e senza ipocrisia. Sei per strada e devi andare in bagno? Paghi. Dimenticatevi la parola “happy hour”. Non c’è nulla di offerto nei luoghi pubblici. Non ti dò niente per niente, neanche le cure mediche. Sei malato e ti portano in ospedale? Devi comprarti le garze e le siringhe. Anche l’acqua. Hai bisogno dell’ambulanza? Se allunghi qualche rublo per la benzina vedrai che arriva prima. La polizia deve intervenire? Meglio se ricarichi il telefono a uno di loro, sarà più interessato al tuo caso. Tutto ciò è splendido, per chi i soldi ce li ha. Per tutti gli altri, che mendichino per strada o muoiano di freddo per le strade pieni d’alcool. Altro che madre Russia. Matrigna.
8) LE DONNE RUSSE SONO BELLISSIME E ANCHE MOLTO FACILI. Per dono della loro etnia, alimentazione o quant’altro, molte donne dell’est hanno una struttura esile, bellissime gambe e occhi incredibili (dal taglio al colore), e questo è fuori discussione. Attenzione però a rivedere le stesse dopo i 40. Irriconoscibili e allargate, vestite come vecchie zie. Diciamo che in particolare la vecchia generazione è impietosa con le donne sopra i 40, che ne dimostrano 60 e hanno il look di una di 80. Ultimamente stanno cambiando e tenendo più al loro look e alla loro salute, si stanno emancipando e ciò le rende più belle e simili alle europee quando non sono più giovanissime, ma la strada è ancora lunga. Indiscutibilmente, comunque, le giovani russe sono bellissime (in media, ovviamente, con migliaia di eccezioni come è normale) e soprattutto molto curate, il che aiuta. L’abbigliamento da cubista sicuramente le rende anche più accessibili agli occhi degli allupati turisti europei. Nella loro cultura, essere curate da capo a piedi, sempre su tacchi alti, con pettinature elaborate e manicure a volte eccessiva è un segno di rispetto- verso l’uomo in primo luogo, ma anche verso se stesse e la propria voglia di emanciparsi. Che poi la bellezza sia il mezzo più semplice per raggiungere i propri scopi, le russe lo sanno bene e non lo nascondono di certo. Generalmente sono poco sognatrici, hanno i piedi ben piantati a terra e obbiettivi chiari: fare una bella vita. Sarà un retaggio del comunismo, vedetela come vi pare ma le giovani russe sono tutt’altro che ingenue e per nulla sciocche. Trovare un uomo benestante e allargare i propri orizzonti è la loro priorità e non hanno difficoltà a realizzarla. Che molti occidentali approfittino di questa situazione, è evidente. Cosa c’è di male in un do ut des? Quando si gioca a carte scoperte, non c’è molto di cui parlare!
9) GLI UOMINI RUSSI SONO BRUTTI E ALCOLIZZATI. Molti russi non hanno un aspetto affascinante, questo è vero. Sarà l’impietoso taglio di capelli, sarà la stazza, o i modi di fare, ma raramente ci si imbatte in un Richard Gere in American Gigolò. Mi permetto però di sottolineare non poche eccezioni anche a questo luogo comune, ovvero, a correggerlo aggiungendo un corollario: la maggior parte degli uomini russi non è affascinante, ma quando un russo è bello, è davvero notevole. Quelli belli infatti hanno l’altezza, la prestanza e gli occhi degli scandinavi, ma qualcosa addirittura in più, forse un’espressione più interessante e tenebrosa, forse l’aria meno slavata. Insomma, sono davvero ammirevoli. Riguardo alla faccenda dell’alcool, che ve lo dico a fare che per tradizione culturale in Russia si beve. Si pasteggia a vodka (meglio ancora a samagon, grappa artigianale davvero ottima) ma sempre mangiando qualcosa, ci si siede a laute tavole e ci si alza dopo svariate ore e barcollando. Questo è ciò che dice la tradizione. Ai tempi dell’Unione Sovietica l’alcool era l’unica via di sopravvivenza. I tempi però sono cambiati e anche se ci sono molti strascichi di quel periodo, le nuove generazioni sono più savie dei loro genitori e nonni. Conosco moltissimi ragazzi e ragazze totalmente astemi o comunque molto seri per quanto riguarda l’alcool; neanche un goccio di birra se sono al volante, oppure si ad una birra con gli amici, ma senza esagerare. Senza contare che molti russi sono mussulmani, e tanti anche osservanti. Insomma in questo caso mi permetto di sfatare il mito dell’alcolismo dilagante. Poi certo, quando vai in giro con l’agente immobiliare a vedere appartamenti puoi trovare nell’androne la “sorpresa” di un buon uomo giacente a terra in stato confusionale alle 3 del pomeriggio, ma siamo in Russia mica per niente. Altrimenti, come meta consiglio il Tibet o Dubai, per evitare episodi di questo genere.
10) LA PIAZZA ROSSA NON è NIENTE DI CHE. C’è da dire che gli appassionati della Russia si dividono in fan di Mosca e di San Pietroburgo. Io sono di parte perché appartengo- non s’era capito?- alla prima categoria. Lo ammetto. Ammetto anche che, quando la riempiono di orpelli, piste di pattinaggio, palchi per concerti e parate è difficile ammirarne la grandezza e la profondità, ma vi prego, non toccatemela. Io trovo sia eccezionale, e a questo proposito scrissi un suo elogio, tratto da un mio romanzo non pubblicato, che intendo inserire qui in versione integrale. E con questo concludo in bellezza.

Elogio alla Piazza Rossa
“La piazza Rossa è qualcosa che lascia completamente senza fiato, ma è anche qualcosa che non si può vedere immediatamente. Non è una visione che riempie l’anima di colpo, che si palesa in un istante; al contrario, è una bellezza che va goduta per gradi. Si cammina lungo una via molto larga, si accede ad un piazzale e c’è un’alta costruzione color mattone, una fortezza parata davanti a Lei, che la nasconde. Il castello, però, ha delle porticine, tagliate ad arco. Attraverso una di queste, avviene un prodigio ottico, sapientemente studiato dagli architetti, per cui è possibile sbirciarvi dentro e, in una posizione precisa, vedervi all’interno la famosa cattedrale di San Basilio, come un’icona illuminata in una nicchia. La si scorge d’un tratto, piccola e colorata, con un’accezione fiabesca. La sua dimensione cambia paradossalmente: avvicinandosi alla porta, diviene più piccola, fino ad esserne graziosamente incorniciata. Entrando per quella porticina, si resta attoniti dalla grandezza della piazza. Eppure nelle descrizioni ce la si figurava ancor più immensa, ce la si aspettava più maestosa, e può quasi accadere che in un primo tempo se ne rimanga delusi. Ma camminando, attraversandola tutta, essa si fa sempre più estesa, larga, oblunga, pare interminabile, sembra di essere inghiottiti in un sogno, perchè il pavimento è curvo, e distorce il senso della prospettiva richiamando l’infinito. E la cattedrale stessa diviene sempre più grande, e da ninnolo tascabile si trasforma, quando ci si trova sotto di lei, in una trionfante espressione della ricchezza e della maestosità dell’impero degli zar, e del credo russo, e guardandone la rappresentazione si intuisce che il dio dei russi è orientale e occidentale insieme, non è solo il Cristo, è un dio ibrido; è un viandante bizzarro che si incontra lungo la Via della Seta, è decadenza e sfarzo, spiritualità assoluta, perchè solo laddove ve n’era così tanta, ci si è potuti scagliare contro di lei con la stessa potenza, tramite il comunismo. Ebbene, a me capitò di cogliere la bellezza straordinaria della Piazza Rossa lentamente e progressivamente: ogni volta che vi capitavo, mi appariva più bella e scoprivo dettagli che prima m’erano sfuggiti; le luci stesse del giorno o della sera le davano ogni volta accezioni differenti. L’ultimo giorno, prima di tornare in Italia, andai a farle l’ultimo saluto. Volevo esser sola, con lei. La mia traversata fu introdotta dal violino di un suonatore ambulante, a coronare il patetismo e il lirismo di quel saluto. E, mentre la ripercorrevo tutta, nel mio walk man scelsi le note di un tango argentino. Fu in quel momento, in quei due, tre minuti al massimo, che lo sentii.-Che cosa?-L’attimo di beatitudine! Cose del genere sono le uniche contraddizioni che abbia mai esperito, al mio perseverare nel disprezzo della vita. In ogni altro momento, ho dovuto ricorrere alle passioni. Io ho bisogno di fanatismo, per poter trovare un briciolo più sopportabile l’esistenza. La mania è l’unica modalità in cui so amare. Ho idolatrato tutto ciò che ho amato. Mi sono disperatamente aggrappata a cose materiali: un’immagine, una città, un libro, un aforisma, un corpo, perchè sono le sole cose in cui abbia mai creduto nella mia intera vita, e senza alcuna motivazione logica! Il primo e l’ultimo grido di una stupida nichilista…pensa a quanto sono misera! Idolatrare un corpo materiale o uno scrittore morto, che come un totem, un’icona, non può mai totalmente ricambiare la mia adorazione! Eppure nient’altro, avrei potuto amare a questo modo…nulla di spirituale, per lo meno.”
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