Il social network intelligente

Prima o poi il momento magico doveva arrivare: quello in cui gli idioti che proliferano su Facebook si sarebbero trovati di fronte alla resa dei conti. Io sognavo soluzioni più drastiche e del tutto scorrette politicamente, perciò sapevo che la mia idea dell’eliminazione virtuale dei cretini (democratica, però: oltre all’opzione like proponevo l’opzione shot, con il simbolino del kalashnikov. Dopo 40 spari, in automatico, la suddetta persona viene eliminata da FB) sarebbe rimasta per sempre una chimera, ma c’è chi ha pensato a qualcosa di più blando: AI Assistance, un’intelligenza artificiale che ci dà alcuni consigli o avvertimenti, prima di pubblicare qualcosa. Una sorta di angelo custode super partes che pretenderebbe di smuovere la nostra coscienza prima di pubblicare contenuti molesti, insulti e cose simili. L’idea è già un passo avanti, ma ci sono alcune cose da capire:

1. Quanto sarà sofisticata una simile intelligenza artificiale? Perchè se si limitasse, come il mio Mac, a dire: “sei sicuro di voler pubblicare questo messaggio? Guarda che lo legge anche Pinco Pallino, tua madre o i tuoi figli”, beh, non sarebbe un grande aiuto. Se andasse oltre, cioè riuscisse a cogliere alcuni aspetti fondamentali di una persona tramite l’analisi di ciò che posta su FB, e fosse molto sofisticata nelle sue argomentazioni, saremmo di fronte a qualcosa di meraviglioso ma inquietante: un assaggio di ciò che le IA saranno in grado di fare nel futuro, sino a sapere tutto di noi, controllarci e persino “comandarci”, in un certo senso.

2. Secondo quali criteri l’IA giudica se un contenuto sia inappropriato? Perchè a mio avviso il discorso va ben oltre i parametri classici: la calunnia, la molestia, il messaggio immorale (l’uso di droghe, alcool o armi, l’inneggiare alla violenza ecc), il cattivo gusto. Il vero passo avanti sarebbe limitare anche il proliferare di cretinate non interessanti e troppo personali (le selfie, i post del cibo appena cucinato, del gatto e del cane o del povero e ignaro bebè, i pensieri non intelligenti ecc). Quello che manca alla massa virtuale di FB, in molti casi, è proprio l’acume, la mordacia, la curiosità. Uno sguardo non più rivolto solo a se stessi e al proprio nuovo cappotto, ma alla notizia, alla riflessione, all’utilità. Sarebbe dunque ancor più valido se l’AI proponesse una vera e propria “educazione all’uso corretto del social network”, che includesse consigli perchè la propria immagine sia rispettabile e attraente da un punto di vista professionale, dritte per riuscire a vendere qualcosa, o per fare di FB uno strumento per condividere notizie e informazioni, e via dicendo.

Un’altra idea che io spero vivamente possa essere presa in considerazione nei prossimi anni, data l’enorme importanza che, a tutti i livelli, i social network hanno assunto nella nostra vita, è la categorizzazione dei contenuti. D’accordo, dobbiamo essere democratici, tolleranti e globalizzati, perciò la censura risulterebbe retrograda e bigotta. Facciamo dunque in modo di creare semplicemente delle categorie per ciò che viene postato, in modo da permettere agli utenti di orientarsi e selezionare preventivamente il tipo di post che interessa osservare. Ad esempio, si potrebbero creare le sezioni: Notizie dal mondo, Cultura, Curiosità e Stranezze, Fotografie (all’interno, altri sottoinsiemi: Selfie, Food, Luoghi…). Inutile dire che la categoria “Futilità” oppure “Ego di un utente insignificante” potrebbe essere doverosa da considerare. Se non altro per evitare ogni volta di imbattersi in post che non interessano a nessuno oltre a chi li pubblica (a qualcuno in realtà sì, purtroppo, perchè c’è sempre chi ama farsi i cavoli degli altri e deriderli, ed è per questo che non andrebbero eliminati tout court, ma quantomeno raggruppati).

Anche qui la domanda sorge spontanea: chi decide di inserire un pensiero/post/foto in una categoria? Chi giudica un contenuto? Ma è semplice: il computer. Questa nuova entità senza volto ma con una sorta di mente sta diventando sempre più il nostro capro espiatorio, il nostro re travicello cui delegare ogni responsabilità, il nostro alter-ego e gran visir cui chiediamo aiuto, consiglio, di cui sempre più non possiamo fare a meno. Fino a che un giorno l’amico pc, come previsto dal genio di Asimov, diverrà forse  ciò di cui abbiamo sempre avuto bisogno, e che ci siamo creati sin dalla notte dei tempi: il nostro capo, il nostro psicologo e il nostro signore. Il nostro muto, intelligente, imparziale Dio.