Vediamo le parole (traduzione mia):
Nel giardino non si sentono nemmeno fruscii,
qui tutto è immobile fino al mattino.
Ah, se voi sapeste, quanto mi sono care
le serate intorno a Mosca.
Il fiume si muove e non si muove,
tutto d’argento lunare.
La canzone si sente e non si sente
in queste serate quiete.
Cosa guardi, mia cara, tristemente
piegando la testa in basso?
E’ difficile esternare e non esternare
tutto ciò che ho nel mio cuore.
Invece l’alba già si vede del tutto…
perciò, ti prego, sii gentile,
non dimenticare queste estive
serate intorno a Mosca!
Trovo molto bello l’uso ripetuto di affermazione e negazione, a sottolineare il paradosso della quiete “movimentata” di Mosca alla sera, del fiume che si muove e non si muove, di un sentimento che è difficile dire come non dire. La canzone, nella sua semplicità, rende davvero l’idea dello straordinario silenzio percepibile nelle passeggiate notturne a Mosca, una delle cose che preferisco fare quando mi trovo lì. La magia di Mosca è proprio la sua ovattata e rilassata atmosfera notturna, in totale contrasto con la grandezza e il dinamismo diurno. Forse è proprio l’ampiezza delle strade, dei parchi, delle piazze a renderla così calma dopo le dieci di sera, quando d’estate la luce comincia a diradarsi e ci si può godere una Mosca dormiente, illuminata e silenziosa.