Esenin, il “teppista” russo

Il poeta Sergey Esenin, nato nel 1895, è uno dei più celebri poeti russi dell’epoca contemporanea. Aderì al movimento degli “immaginisti”, fu in contatto con molti poeti tra cui Block e Kliujev. Della sua biografia saltano all’occhio fatti eclatanti, che lo rendono la “rock star” russa della poesia. Esenin morì a soli trent’anni in una camera d’albergo a San Pietroburgo. Si trattò di suicidio. Per l’esattezza si impiccò, ma c’è chi grida al complotto: secondo alcune teorie, fu assassinato dalla polizia sovietica per via delle sue critiche al sistema. Le sue poesie vennero censurate all’epoca di Stalin.

Fu anche sposato con la celebre ballerina americana Isadora Duncan. Ebbe molte donne e ben tre matrimoni. Soffriva di depressione, beveva. Ci sono tutti gli elementi che hanno reso Esenin una leggenda in Russia, un “teppista” ribelle, o хулиган “hooligan”- come egli stesso si definisce in una sua poesia, Исповедь хулигана, “Confessioni di un teppista”. Con questo termine, Esenin intende descriversi come un “ribelle”, in quanto le sue poesie riscuotevano critiche all’epoca, ma anche come lo stesso “monello di campagna” che era da bambino, quando abitava nel villaggio di Konstantinovo, in provincia di Ryazan. Nella sua poesia vediamo sempre ricorrere il tema della patria, intesa non come la Russia delle grandi città, ma proprio come il suo “Rus'”, il villaggio di campagna dove nacque; dopo aver conosciuto la fama, i vizi e le difficoltà di essere un personaggio celebre, Sergey Aleksandrovich pensa con nostalgia alla vita semplice dei suoi familiari. Il valore a cui si aggrappa è quello della terra, della campagna intesa come “madre” e di Dio inteso come “padre”.

Sergey_YeseninControverso fu anche il suo rapporto con Dio. C’è chi lo taccia di ateismo, ma in verità Dio è onnipresente nella poesia di Esenin, educato con i valori ortodossi della campagna. Egli reinterpreta e interiorizza l’esistenza di Dio, che vede in ogni aspetto della natura. Questo  “panteismo” potrebbe essere considerato eretico, ma non è in discussione che il poeta credesse in Dio a modo suo. In una poesia meravigliosa, Esenin dice (traduzione mia):

Мне осталась одна забава:
Пальцы в рот и веселый свист.
Прокатилась дурная слава,
Что похабник я и скандалист.
Ах! какая смешная потеря!
Много в жизни смешных потерь.
Стыдно мне, что я в Бога верил.
Горько мне, что не верю теперь.
Золотые, далекие дали!
Все сжигает житейская мреть.
И похабничал я и скандалил
Для того, чтобы ярче гореть.

“Mi è rimasto un solo sollazzo:/ le dita in bocca, e l’allegro fischiare./ La rapida fama è trascorsa,/ sul fatto ch’io sia un provocatore e un cercatore di scandali./ Ah! Che perdita ridicola!/ Nella vita ce ne sono molte./ Mi vergognavo di credere in Dio,/ adesso mi è amaro non credervi./ Speranze d’oro, lontane!/ Si brucia del tutto la vita d’ogni giorno./ Io ho provocato e scandalizzato/ al solo scopo di bruciare più forte.”

Stando a questi versi, in lui alberga una profonda contraddizione per cui ha paura di perdere la fede. Riguardo questa poesia, ci sarebbe moltissimo da osservare. Innanzitutto è curioso il neologismo di Esenin мреть (“mret”), forse un’analogia con смерть “smert”, morte, ad indicare la routine quotidiana che rende la vita una palude stagnante, che si consuma. Se la vita brucia via con le sue speranze, non rimane che provocare per farla bruciare più forte, in maniera più spettacolare ed evidente.

Secondo alcuni, ci sarebbe un’analogia tra Esenin e il personaggio de “I Demoni” di Dostoevskij, il giovane Nikolay Vsevolodovich Stavrogin. Ho trovato molto interessante l’articolo (in russo!) a questo link: https://lit.1september.ru/article.php?ID=200201906. Entrambi giovani, belli ma disillusi, hanno bruciato la loro vita; ma mentre Stavrogin non è in alcun modo capace di amare, e tutto gli è indifferente, in Esenin c’è emozione, un’anima irrequieta e sentimentale, capacità di amare e di odiare. Come un Dorian Grey russo, il corpo di Esenin si corrompeva e si dedicava ai vizi, mentre la sua anima rimaneva pura, com’egli stesso scrive nella “Lettera alla madre”. Questo mito della vita di campagna, del “fanciullino” alla Pascoli, è l’unica salvezza che Esenin vede ad una vita caduta nella scelleratezza. La risposta di Esenin al suo dilemma interiore riguardo l’esistenza di Dio, il bene e il male che vivono all’interno delle persone, le ingiustizie del mondo, permette di accostarlo, nuovamente, a Dostoevskij. Anche nei suoi personaggi vive questa contraddizione, come in lui. La fede è più che altro un precetto, una volontà che non si deve assolutamente perdere, anche se è delicato mantenerla, complicato parlare di Dio di fronte al male, onnipresente nel mondo ma anche nell’anima degli uomini.

Esenin, come gli antieroi di Dostoevskij, è dunque uno Stavrogin “pentito”, “malinconico”. Mentre in Stavrogin abbiamo una coscienza volutamente frammentata, persa e nichilista, e non abbiamo redenzione ma perdizione totale, fino al suicidio, in Esenin il suicidio è l’impossibilità di accettare una vita in cui tutto ciò che era positivo e consolatorio (la terra di campagna, i valori semplici) è ormai stato irrimediabilmente corrotto. Non si può tornare indietro.

Sempre secondo la leggenda- verità intorno alla sua morte, si parla di una poesia di congedo, che Esenin avrebbe scritto con il sangue, che saltò fuori qualche giorno dopo la sua morte. Si intitola: До свидания, друг мой -“Do svidania, drug moi” (addio amico mio). La traduzione è mia:

До свиданья, друг мой, до свиданья.
Милый мой, ты у меня в груди.
Предназначенное расставанье
Обещает встречу впереди.
До свиданья, друг мой, без руки, без слова,
Не грусти и не печаль бровей, —
В этой жизни умирать не ново,
Но и жить, конечно, не новей.

Addio, amico mio, addio. /Mio caro, rimani nel mio petto./ La separazione, cui eravamo destinati/ promette un futuro incontro./ Addio, amico mio, senza una stretta di mano, né una parola,/non esser triste e non aggrottare le sopracciglia./ In questa vita non è nuovo morire,/ma di certo non lo è nemmeno vivere.

2 Risposte a “Esenin, il “teppista” russo”

    1. Тебе спасибо, caro! Apprezzo veramente molto che tu sia tra i miei pochi lettori! Ps. se hai qualche suggerimento, te ne sarei grata. Un abbraccio!

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