Errori comuni in russo e in italiano- addio, grammatica…

Si sa che le lingue subiscono evoluzioni nel tempo, che molti modi di dire e locuzioni cadono in disuso, e via dicendo. Tutto questo è normale. Quando però a cadere in disuso sono le BASI della grammatica, quando però ad entrare in uso sono ERRORI grammaticali, la faccenda diventa preoccupante.

Per quanto riguarda l’italiano, è stato terribile dover fare il funerale alla pur obsoleta e ridondante, ma a mio avviso graziosa espressione “loro”, per il pronome personale alla terza persona plurale. Ormai nessuno dice più “dar loro”, “far loro”, e lo sostituisce con la terza singolare, cioè “dargli”, “fargli”, anche riferendosi ad una moltitudine. La cosa è già irritante, ma diventa catastrofica quando sentiamo ovunque, e ahimè anche in televisione, usare il pronome di terza persona maschile riferendosi ad un nome femminile: pare che il pronome “le” si stia estinguendo allo stesso modo. “donarle”, “darle”, “le va bene …” sono spariti dal linguaggio comune. Se sei una donna, vieni resa uomo e ti becchi un bel “donargli”, “dargli”, “gli sta bene”.

L’orrore prosegue con un mistero che non riesco a spiegarmi: perché certi verbi come “credere” e “vedere”, appartenenti alla seconda coniugazione, vengono storpiati all’imperfetto come se appartenessero alla prima? Mi spiego meglio: perché certa gente dice “vedavamo” e “credavamo”? La cosa peraltro accade solo alla prima persona plurale. Ho sentito presentatori televisivi parlare in questo modo, ed è imbarazzante. Non riesco a capire da che cosa derivi questo errore grossolano, perché se nel caso della sparizione dei pronomi, sembra che sia stata la comodità a spiegarlo, nel caso di questo particolare imperfetto non c’è spiegazione.

Inutile parlare poi del declino del congiuntivo. Ormai chi lo usa è un colto, un raffinato! Innanzitutto ormai in pochi sanno come si declina, il congiuntivo. Che io…creda? Credi? Credo? I finali di parola vengono sparati a caso. Frasi come: “Io penso che queste sono cose che capitano…” sono ormai sulla bocca di tutti. Per non parlare del periodo ipotetico. Sono entrate nell’uso comune espressioni come: “se sapevo che pioveva, prendevo l’ombrello”. Certo, è più comodo dire così che sprecare tutto quel fiato per dire che “se lo avessi saputo, avrei…”. Senza contare che, ovviamente c’è chi si confonde e dice “se avrei” (brrr….questa è proprio grossa). Si sbaglia anche però con un eccesso di congiuntivi, usati a sproposito per paura di sbagliare. Dire:”quando/se qualcuno faccia…” è altrettanto improprio, perché in questi casi l’indicativo va benissimo.

Vediamo cosa succede con la lingua russa. Anche in questo caso, sento ripetere da amici russi che è in forte declino la correttezza grammaticale; che pochi russi parlano in modo proprio, e generalmente fanno un sacco di errori. Ovviamente, da straniera, faccio fatica a notarli (se non proprio quelli grossolani che fanno persone a loro volta non russe), ma stando a quanto mi dicono gli amici, ecco quelli principali:

1) ERRORI DI GENERE: Il caffè è neutro o maschile? Era maschile, è diventato neutro, ma molti russi sostengono che dire “одно кофе” sia una forma grossolana, e che si faccia assai più bella figura ad usare l’antica formula “один кофе”, anzi, per essere esatti: “один кофий”. Stesso dubbio amletico sul formaggio georgiano “suluguni”: è neutro o maschile? è maschile, a quanto pare, dunque: “этот сулугуни”. Allo stesso modo spesso resta un mistero quale sia il singolare di туфли, scarpe. Sono femminili, dunque одна туфля è la forma corretta, e non туфель.

2) ERRORI con i VERBI: molto comune è sbagliarsi con i verbi che all’infinito terminano in “овать”. Ad esempio, molti si confondono e dicono, alla terza persona del verbo радоваться, “rallegrarsi” : он/она радовается invece di радуется, che sarebbe la forma corretta.  Sempre per quanto riguarda i verbi, le forme perfettive e imperfettive  (совершенный и несовершенный вид)restano per molti mistero. Personalmente faccio ancora fatica a usarli in modo corretto, ovvero, non essendo russa, non mi viene affatto automatico. Per noi stranieri è una delle cose più difficili da capire. Generalmente, la regola è che il verbo alla forma perfettiva esprime un’azione che si è conclusa o che è avvenuta una sola volta, mentre il verbo alla forma imperfettiva esprime azioni durante il loro svolgimento o che avvengono spesso, legate ad avverbi di tempo come “sempre”, “raramente”, “tavolta”. Si, perfetto, ma ovviamente esistono migliaia di casi in cui scegliere tra l’uno e l’altro non è affatto scontato.  “Он не разу не ошибился”, in questo caso, è errato. La forma corretta è: “он не разу не ошибался”, in quanto la frase è al negativo e stiamo parlando di quanto spesso un’azione avviene, dunque ci vuole l’imperfettivo.

3) AGGETTIVI PREDICATIVI: Gli aggettivi usati in forma predicativa sono un altro grosso scoglio, perché si fa confusione totale tra quando usare la forma corta o quella classica dell’aggettivo: “Саша- больной насморком” non è corretto, ma lo è: “Саша- болен насморком”; allo stesso modo:  “Италия- известная своей кухней” non va bene, ma va bene dire: “Италия – известна своей кухней”.  Fondamentalmente la regola dovrebbe essere questa: se un aggettivo è predicato nella frase (cioè esprime una caratteristica momentanea del soggetto o riferita a qualcosa che dunque limita l’assolutezza del predicato rispetto al soggetto), va usato nella sua forma corta. Sembra facile, no? No, non lo è affatto, perché esistono molte sfumature difficili da cogliere soprattutto parlando velocemente in una conversazione.

4) VERBI DI MOTO: qui ci sarebbe da parlare per ore, perché sono una delle cose più caratteristiche della grammatica russa. In russo si fa distinzione tra verbi di moto a luogo e verbi di stato in luogo, e tra l’andare in un posto a piedi o con l’automobile/altri mezzi di locomozione. E’ l’unica lingua al mondo dove ciò accade. Sbagliarsi è facile per gli stranieri. Ma di questo parlerò diffusamente nelle mie lezioni di russo.

5)INFLUENZE DI ALTRI PAESI: in lingua russa pura, dopo il verbo essere in forma predicativa: “essere+ aggettivo”, si usa sempre l’aggettivo al caso strumentale, ovvero: “быть красивым”, essere bello. Oggi però si può scegliere, in certi casi, tra l’uso dello strumentale o del nominativo- entrambi validi.  Questo accade quando il verbo essere è al passato (был, была, было) seguito da aggettivo predicativo. Esempio: “она была хороша” (lei era bella) si può usare al posto di “она была хорошей”, che sarebbe la forma russa pura. Se ora questa espressione non è un errore, è merito di Pushkin- questo l’ho appreso dalla mia professoressa di russo a Mosca. A partire dai suoi testi è entrato in vigore l’uso del caso nominativo invece che dello strumentale, dopo il verbo essere in forma predicativa. Questo è, propriamente, un gallicismo- i gallicismi in Russia a partire dall’Ottocento presero piede, perché i russi cominciarono ad interessarsi della cultura francese, imparare la lingua e viaggiare. Parigi era, nei salotti nella nobiltà russa dell’epoca, il luogo “chic” per antonomasia. Chi parlava francese, in Russia, era un nobile di grande cultura e raffinatezza. Di qui anche equivoci come il fatto che l’insalata russa, per i russi, non si chiama affatto in questo modo, ma оливье (oliviè), perché di origine francese.

6) FORME ARCAICHE: ma quanto erano belle le forme arcaiche? In italiano come in russo, sono cadute in disuso e fanno parte del linguaggio scritto, dello stile alto, aulico. In russo abbiamo i pronomi di compagnia, “con me”, “con te”, che nella forma arcaica si traducono in: “со мною”, “с тобою”, che ormai si trovano solo nei libri. Oggi si usa solo “со мной”, “с “тобой”. Pare che anche l’uso del participio in russo sia riservato solo al linguaggio scritto, e che nel parlato quasi nessuno lo usi. Allo stesso modo in russo, per questioni economiche di costo della stampa, è scomparsa la dieresi sul dittongo ё. Certo, è superfluo perché chi sa il russo dedurrà se una parola ha  ё oppure е, ma a me fa un po’ tristezza, che quei due puntini non si trovino più da nessuna parte. Se è vero che spesso le cose rare sono preziose, non è purtroppo accaduto così con quei graziosi puntini, la cui rarità non interessa a nessuno.