Cuori di cani… russi

I cani in Russia hanno una storia controversa. Nello stereotipo occidentale, i cinesi mangiano i cani; si potrebbe azzardare che i russi li usino come cavie. Questo per via della sorte del cane più celebre della storia: Laika.

Il suo vero nome era Kudryavka, ricciolina, ma fu semplificato in Laika (dal termine russo лай, lay, abbaio) perché fosse più facile da memorizzare nei paesi non russofoni. Laika fu una cagnolina- kamikaze contro la sua volontà, perché nel 1957 venne mandata senza tanti fronzoli nello spazio, a bordo dello Sputnik 2, con un biglietto di sola andata. La sua morte non era soltanto prevista, ma certa, perché lo Sputnik non avrebbe potuto rientrare nell’atmosfera senza bruciare. Nella capsula i sovietici misero anche un somministratore di un cibo avvelenato, in modo che, se fosse sopravvissuta più del tempo previsto, trovasse una morte rapida e relativamente indolore. Il prototipo della capsula è visibile al museo dei Cosmonauti a Mosca (metro VDNX). Riguardo a Laika, è certo che sia morta. Ciò che non è certo è come e quando. L’esperimento era volto a monitorare le possibilità di sopravvivenza di un essere vivente in orbita; alla cagnetta erano stati collegati elettrodi per monitorare i battiti cardiaci. Non fu chiaro quando morì e per quale causa. Inizialmente il Cremlino parlò di 4 giorni, ma la tesi più recente sostiene che sia morta dopo 5-6 ore di volo, a causa degli sbalzi di temperatura violenti, o forse di un eccesso di anidride carbonica entrato nella capsula. L’esperimento ricorda in parte quello precedente (e solo mentale) del gatto di Shroedinger (1935). Un gatto viene chiuso in una scatola d’acciaio, entro cui c’è una miscela radioattiva che, se si disintegrasse un suo atomo, romperebbe una fiala contenente veleno. Se, trascorsa un’ora, si facessero ipotesi sul gatto, emergerebbe che esso (anzi, l’intero sistema), prima dell’osservazione, si troverebbe contemporaneamente in due stati: vivo e morto, con uguale percentuale di possibilità, almeno fino a quando non si compie l’osservazione aprendo la scatola. L’esperimento mentale era volto a dimostrare il paradosso in cui incapperebbe la meccanica quantistica, applicata a sistemi macroscopici. Laika, allo stesso modo, per qualche giorno all’interno della capsula è stata viva e morta allo stesso tempo. Ad ogni modo, divenne più che una cavia: un’eroina famosa in tutto il mondo, un simbolo, una vittima sacrificata al progresso dell’impresa spaziale russa, in forte competizione con quella americana.

Laika Laika 2

Il cuore di un altro cane, questa volta letterario, simboleggiò lo stesso tipo di sacrificio dell’animale all’esperimento umano. Sto parlando di Sharik, il protagonista della novella di Bulgakov “Cuore di cane. Anche Bulgakov, più di 30 anni prima dell’esperimento di Laika, aveva predetto che gli animali sarebbero stati usati a scopi scientifici dal regime sovietico, che nel suo scritto beffeggia (non molto) velatamente. Il libro, infatti, fu censurato e pubblicato solo molto tempo dopo. Sharik (Pallino) è un cane-uomo, perché il professor Preobrazhenskij (altro nome simbolico- satirico, perché in russo preobrazhenie significa trasfigurazione in senso religioso) vi trapianta testicoli e ipofisi umane. È già divertente il fatto che ciò che renda un uomo tale siano questi due organi, la cui correlazione e reciproca dipendenza è argomento canzonatorio assai amato dalle donne! Da quel momento il cane, che peraltro aveva sempre avuto i suoi pensieri non comunicabili agli uomini, diviene un nuovo e strano tipo di uomo, che ben presto comincia a rivelare difetti e vizi, a parlare in modo retorico sull’Unione Sovietica, irritando il professore, a rubare e bere, tanto da costringerlo a operarlo e renderlo nuovamente niente di più o di meno che un cane. Il racconto fantascientifico è straordinariamente attuale, si pensi alla clonazione e agli altri esperimenti connessi con la sostituzione dell’intervento umano a quello naturale, che implicano temi soprattutto di tipo etico (bioetico). Se, nel caso dei romanzi (successivi a Bulgakov) di Asimov, i robot rischiano di distruggere gli uomini a causa di falle nelle leggi della robotica, e dell’antecedente e straordinariamente lungimirante romanzo di Mary Shelley, con Frankenstein accade la stessa cosa con il mostro, nel caso di Cuore di cane l’uomo ha solo apparentemente la meglio sulla creatura che ha ideato, suo malgrado: ha dato vita ad un ibrido inutile e buffo al solo scopo di “seguir scienza, ma senza virtute”. La scienza, spinta oltre le sue possibilità, si ribella e punisce sempre lo scienziato troppo ambizioso, ma che commette errori. La scienza sarebbe perfetta, se a metterla in pratica non fosse l’uomo.

Il cane è “attore non protagonista” di un celeberrimo racconto di Chekhov del 1898, “Dama s sobachkoy” (orrenda la traduzione: Signora con cagnolino). Il bianco cagnolino con cui la bella dama passeggiava per il lungomare di Yalta le dà il soprannome, e dà a Dmitrij la scusa per agganciarla. Dmitrij e la “dama con il cagnolino” diventano amanti. Galeotto fu il cane, tipico “accessorio” da abbordaggio che permette di cominciare conversazioni con sconosciuti. Del resto, la donna con il cane (piccolo, per non minacciare la sua grazia) è un’immagine graziosa ed affascinante, che i pittori hanno spesso scelto come soggetto dei loro quadri. Quasi contemporanei al racconto di Chekhov sono i quadri di Grabar’(1899) e di Serov (1902). Un’imbarazzante abuso (e svilimento) mediatico di quest’immagine è oggi rappresentato da Paris Hilton.

Dama s sobachkoy дама с собачкой Серов

A Mosca i cani, in certi casi, diventano eroi. Un altro piccolo ma leggendario cane a Mosca è Malchik (ragazzo), un cane vagabondo che viveva nel metro e che tutti conoscevano, ucciso ingiustamente da una donna, che tentava di proteggere il suo terrier; per Malchik eressero addirittura una statua di bronzo, che si può ammirare alla fermata Mendelevskaya. Alla fermata del metro Ploshad Revoljutsij il muso del cane di bronzo che affianca la guardia di frontiera ha cambiato colore per l’usura: si dice che toccarlo porti fortuna.

Il cane, invece di essere un banale amico dell’uomo, talvolta per i russi sembra essere una vera e propria persona muta, di cui l’uomo approfitta ma che alla fine, anche se da morta, trionfa sull’insensibilità e la crudeltà umana- come i migliori artisti.

памятник мальчику площадь рев